Gerico, nella tradizione biblica, è conosciuta come la città inespugnabile per eccellenza. Le sue mura sembravano indistruttibili, ma il potere di Dio le fece crollare. Nel Vangelo di oggi, si racconta una storia altrettanto straordinaria: le mura di un cuore inespugnabile, quello di Zaccheo, crollano davanti alla forza della Misericordia. La sua vicenda è molto più di un semplice racconto, è un vero e proprio vangelo nel vangelo, racchiudendo in sé l’essenza della salvezza e della redenzione.
Zaccheo è un uomo dalla reputazione discutibile, capo dei pubblicani e ricco. Un personaggio non amato, simbolo di peccato e corruzione, ma che custodisce dentro di sé un piccolo barlume di speranza. Il Vangelo ci dice:
“Cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.”
Zaccheo rappresenta tutti noi quando, seppur schiacciati dal peso delle nostre colpe e della nostra inadeguatezza, coltiviamo un desiderio di Dio. Non ha gli strumenti per andare oltre, non può avvicinarsi a Gesù come vorrebbe. Eppure quel desiderio, quella semplice volontà di vedere, diventa per lui una porta aperta.
In questa scena, è Gesù a prendere l’iniziativa. È lui che colma la distanza, che scorge Zaccheo sul sicomoro e trasforma quel desiderio in un’occasione di cambiamento:
“Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: ‘Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua’. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.”
Questo è il cuore della storia della salvezza: l’uomo, da solo, non può raggiungere la felicità di cui ha bisogno. Ma se conserva anche solo un piccolo spiraglio aperto, Cristo è pronto a trasformarlo in una rivoluzione.
Zaccheo non è cambiato da solo. La sua conversione non nasce da un improvviso senso di colpa o da un pentimento spontaneo, ma dall’incontro con l’amore gratuito e incondizionato.
La vita spirituale, ci insegna questa storia, non inizia quando diventiamo perfetti o smettiamo di peccare. Inizia quando, in mezzo ai nostri peccati, ricominciamo a desiderare Dio. Zaccheo non meritava quella grazia, eppure Gesù lo sceglie. Questo rompe ogni schema umano, che calcola l’amore secondo regole matematiche:
“Vedendo ciò, tutti mormoravano.”
Questa reazione della folla ci ricorda come spesso giudichiamo con il metro dell’apparenza. Ma l’amore di Dio non segue le nostre logiche. È un amore che non solo perdona, ma trasforma. Zaccheo, conquistato da questa gratuità, riesce finalmente a fare ciò che non aveva mai fatto:
“Zaccheo si alzò e disse al Signore: ‘Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto’.”
Zaccheo diventa il simbolo di un cuore espugnato dall’amore. Come Gerico, anche le sue mura crollano, non davanti a una forza distruttiva, ma alla potenza della Misericordia. La storia di Zaccheo è la storia di tutti noi. Non importa quanto siamo schiacciati dai nostri errori o quanto ci sentiamo inadeguati: basta un piccolo desiderio di vedere Cristo per lasciare che Lui trasformi la nostra vita.
Questo racconto ci lascia con una domanda: siamo pronti a lasciarci espugnare dall’amore? O continueremo a costruire mura di orgoglio e resistenza? Zaccheo ci insegna che non dobbiamo essere perfetti per incontrare Dio, ma solo desiderare di conoscerlo. Il resto, come sempre, lo farà Lui.
Ripetiamo dentro di noi le parole di Zaccheo:
“Signore, vieni nella mia casa.”
Vangelo di oggi 19.11.2024
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
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